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16/02/2012

IL TATTO DEI PESCI E LO ZOOM DEI CONDOR, ULTIMO WEEKEND

Al Museo della figurina si conclude domenica 19 febbraio la mostra “Sfere invisibili: all'interno degli habitat animali”, che da settembre è stata vista da 7mila 700 persone

Ultimi giorni a disposizione per i modenesi che desiderano scoprire la visione lisergica dei piccioni e quella a 360 gradi della beccaccia, il biosonar con cui si orientano i delfini, il sistema di eco-locazione dei pipistrelli o il tatto-udito dei pesci, che sentono attraverso cellule cigliate. Al Museo della figurina di Modena è aperta fino al 19 febbraio la mostra “Sfere invisibili: all'interno degli habitat animali”, curata da Roberto Ferrari e dedicata alle percezioni sensoriali degli animali e al modo in cui le creature viventi plasmano gli spazi in cui abitano. Oltre 200 figurine d'epoca, animali imbalsamati e video-documentari accompagnano i visitatori grandi alla scoperta di curiosità percettive come il filtro antinebbia degli uccelli marini, lo zoom con cui il condor in volo avvista la preda, l’orologio interno delle farfalle, in una riflessione a cavallo tra biologia e speculazione filosofica. Un’installazione tridimensionale al centro del museo consentirà inoltre agli spettatori di simulare i “sensi bestiali”, attraverso effetti speciali che mostreranno come vedono, sentono o toccano alcuni animali. Realizzata grazie al sostegno della Fondazione cassa di risparmio di Modena, la mostra ha avuto oltre 7mila 700 visitatori e rimane aperta fino al 19 febbraio: venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 18. L’ingresso è gratuito (informazioni allo 059 2033090, www.museodellafigurina.it).

L’esposizione propone un insolito viaggio nei mondi degli animali, per mostrarli nel loro habitat naturale, così come viene visto attraverso lo sguardo umano, ma anche provando a immaginare come essi stessi percepiscono, interagiscono e costruiscono l'ambiente in cui vivono: due visioni apparentemente contrastanti ma in realtà complementari, come chiarisce il curatore Roberto Ferrari nel catalogo della mostra edito da Franco Cosimo Panini. Il percorso parte dagli animali e dai loro ambienti visti con occhi umani fino ad arrivare ai “mondi in conoscibili” di cui ha parlato Jakob von Uexküll, il biologo tedesco amato da Heidegger e Rilke, ritenuto il padre della moderna etologia. Non mancano figurine dedicate alle curiosità e alle stranezze del mondo animale, una rassegna di “sensi esotici”, ovvero di apparati percettivi particolari come le bussole magnetiche e i biosonar, senza trascurare le tane, che spesso rappresentano dei piccoli capolavori di architettura e ingegneria, siano esse nidi di uccelli o elaborazioni di aracnidi e stercorari.

In occasione del Festival filosofia sulla natura, l'esposizione si propone di introdurre a una “zoo-fenomenologia” che metta in scacco l'idea dell'ambiente unico, comune a tutti i viventi, e che promuova l'unità animale-habitat come un campo di esperienza, una sorta di sfera pulsante interconnessa con altre sfere. Roberto Ferrari è biologo ed entomologo, si occupa di ricerche sull’ecologia e il comportamento cognitivo degli insetti sociali al Dipartimento di biologia evoluzionistica sperimentale dell’Università di Bologna. È fondatore e presidente dell’associazione Asia Modena.

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