Un bilancio che fa i conti con la riduzione delle risorse (quasi 35 milioni in meno rispetto allo scorso anno, con oltre 27 milioni di tagli governativi), con i vincoli del Patto di stabilità e con l’incertezza del quadro normativo, ma che non rinuncia a dare risposte ai bisogni della città, crescenti e nuovi a causa della crisi. Parte da qui il sindaco di Modena Giorgio Pighi nell’illustrare al Consiglio comunale lunedì 14 maggio il bilancio preventivo per il 2012 (203 milioni di euro il valore complessivo della parte corrente, escluso il rimborso dei prestiti, con circa 23 milioni e mezzo di investimenti) la cui approvazione è in programma per l’11 giugno.
Proprio facendo riferimento alla decisione di ridefinire il programma per adeguarlo, negli ultimi due anni dell’Amministrazione, ai nuovi scenari finanziari per gli enti locali e alle esigenze che emergono dalle famiglie e dalle imprese, il sindaco ha sottolineato come “con responsabilità e coraggio, questo bilancio rappresenti già l’avvio di un processo di revisione della spesa corrente che, per la prima volta dopo decenni, si riduce in modo significativo, senza intaccare la qualità sostanziale e la generalità dei servizi e delle tutele che offriamo ai cittadini”. Ciò è possibile grazie a “forti processi di razionalizzazione e riorganizzazione di alcuni servizi nell’ambito di un sistema di welfare-mix in cui il ruolo del pubblico, che pure mantiene significativi comparti a gestione diretta, si caratterizza sempre più per la funzione di programmazione e governo della rete e degli accessi, per il monitoraggio e il controllo delle prestazioni, confermando una pluralità di forme gestionali e proseguendo nel percorso di esternalizzazione di alcuni servizi”.
In particolare, il sindaco Pighi e l’assessore al Bilancio Giuseppe Boschini evidenziano l’efficacia della manovra che ha permesso la razionalizzazione della spesa per 10,4 milioni di euro (riducendo, per esempio, trasferimenti e contributi per circa due milioni; riducendo i costi per il personale, compresi incarichi e consulenze, per oltre due milioni; ottenendo risparmi con il contenimento dei consumi energetici e delle spese per le utenze) e con due sole voci in crescita: 700 mila euro per il fondo di riserva (“in una fase in cui la crisi e l’incertezza aumentano, cresce il rischio di dover far fronte ad azioni non prevedibili”) e un milione e 200 mila euro per un fondo comunale per il sostegno all’affitto destinato alle famiglie a basso reddito e colpite dalla crisi economica e occupazionale.
La manovra è completata da circa 25,8 milioni di maggiori entrate tributarie, in gran parte dovute all’Imu, che portano l’autonomia impositiva del Comune dal 67 all’87 per cento. “Ma si tratta di un’autonomia fittizia, frutto di un federalismo apparente, visto che noi sindaci con l’Imu dobbiamo fare gli esattori per conto dello Stato e che i tributi dobbiamo applicarli per chiudere i buchi lasciati dai tagli con i trasferimenti che passano dal 33 al 13 per cento del bilancio” sottolinea Pighi ricordando che l’Anci ha promosso una manifestazione nazionale a Venezia per il 24 maggio per denunciare questa situazione e chiedere un allentamento dei vincoli del Patto di stabilità che, solo a Modena, tiene bloccati circa 23 milioni di euro.
Rispetto agli investimenti, le priorità sono le manutenzioni stradali e del patrimonio edilizio, interventi di edilizia scolastica e di edilizia residenziale pubblica per un valore complessivo di quasi 23 milioni di euro assicurando un pari livello di pagamenti. “Ma ci impegneremo anche per mantenere ed estendere – assicura Boschini – gli strumenti per la cessione dei crediti delle imprese fornitrici del Comune agli operatori bancari e finanziari per garantire al sistema delle imprese risorse sempre più essenziali”.
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