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18/05/2012

MODENA SICURA, IL CONSIGLIO CHIEDE LA CENTRALE UNICA

Approvata una mozione del Pd con il voto del gruppo proponente, l’astensione di Mpa e il voto contrario di Pdl e Lega moderna. Nutrito dibattito in Aula sul Patto

Un rafforzamento della cabina di regia e dell’interconnessione delle sale operative con l’obiettivo di giungere al più presto alla Centrale operativa unica di tutte le Forze dell’ordine e della Polizia municipale. E’ quanto ha chiesto il Consiglio comunale di Modena nella seduta straordinaria dedicata al Patto per Modena sicura di giovedì 17 maggio approvando un ordine del giorno presentato dal Pd. La mozione, illustrata in Aula dal capogruppo Paolo Trande, ha ottenuto il voto favorevole del Pd, l’astensione di Mpa e il voto contrario di Pdl e Lega moderna.

Ad aprire il dibattito sulla sicurezza, che ha seguito gli interventi del sindaco Giorgio Pighi e del prefetto Benedetto Basile, è stato Paolo Trande (Pd) che ha ricordato come Modena abbia fatto da apripista con il primo protocollo del ’98 sulla sicurezza: “Confermiamo la validità del Patto – ha affermato – che riteniamo uno strumento da potenziare ed esprimiamo preoccupazione per le difficoltà che la  mancanza di risorse determina sulla realizzazione delle parti più innovative ed efficaci dello stesso, come la cabina di regia e l’interconnessione delle centrali operative fino a giungere alla Centrale operativa unica”. Sempre per il Pd, Maurizio Dori ha sottolineato come “il mancato investimento di impegno e forza sul progetto di una Centrale unica rischia di creare situazione di spreco di tempo, denaro ed energia. Lo Stato si è limitato a semplici annunci: non può continuare a mentire ai cittadini riducendo le risorse e i Comuni non lo possono sostituire nel garantire la sicurezza dei cittadini”. Enrico Artioli ha sottolineato come la criminalità coinvolga una serie di aspetti (degrado, prevenzione ed altro): “C’è un intera comunità da mettere a sistema per la sicurezza dei cittadini – ente locale, forze dell’ordine, Ausl, Ispettorato lavoro, Arpa, sindacati e società civile – altrimenti diventa difficile riuscire a vincere questa battaglia, ma mi sembra che manchi chi deve coordinare”.

Per Federico Ricci (Sinistra per Modena) bisogna puntare alle sicurezze democratica, economica, per la salute sul lavoro e sociale: “E’ necessario sradicare le mafie, così come è importante che tutte le istituzioni si impegnino per garantire i diritti di base, prima di tutto la casa. Bisogna intervenire sulla compressione nei costi della sicurezza e porre più attenzione alle forme di aggregazione giovanili e a realtà che non costituiscono un problema di ordine pubblico”.

Per il Pdl, Sandro Bellei ha sottolineato che “non si può affrontare il tema della sicurezza negandolo o cercando di ridimensionarlo. Il problema è presente anche a Modena, non siamo di fronte a una esagerata rappresentazione mediatica. Dove sono vigili di quartiere, poliziotti e carabinieri? Dov’è la cabina di regia? Ricordo che da qualche tempo al Governo c’è anche la maggioranza che governa questa città: si faccia sentire per avere maggiori risorse”. Gian Carlo Pellacani ha sottolineato che “non c’è bisogno solo di Polizia: ognuno deve fare la sua parte e anche l’Amministrazione ha carenze”. Il consigliere ha posto l’attenzione “sui conflitti per l’utilizzo di spazi e tempi, sulle criticità derivanti dalla convivenza, su illuminazione dei quartieri, interventi relativi al disagio sociale, gestione della socialità, manutenzione ed altro, che competono all’Amministrazione”.

Sergio Celloni (Mpa) ha sottolineato come a Modena “sia sempre mancata l’attenzione verso l’impresa, dove si infilano le infiltrazioni mafiose. Se si vuole aiutare il territorio bisogna partire dall’attenzione verso l’impresa: non è sufficiente parlare di burocrazia, sistema, studi di settore, Equitalia, morti bianche, senza parlare delle difficoltà degli imprenditori a rispondere ai propri impegni”.

Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it) ha evidenziato che “il rispetto del Patto farebbe la differenza: uno dei punti principali è la sinergia tra le forze di Polizia statali e locali, con il coinvolgimento di queste ultime anche in operazioni complesse e non solo nella microcriminalità. La nuova legge nazionale sulla Polizia locale latita, invito i consiglieri a fare interrogazioni così che l’Amministrazione spinga per l’attuazione del Patto”.

Eugenia Rossi (Idv) ha parlato di “vivibilità peggiorata: non si tratta più di semplice percezione di insicurezza, il problema esiste. Ciò che preoccupa è la violenza che accompagna ad esempio i furti in casa e il problema della criminalità organizzata. Vorrei che si parlasse del fatto che la mafia – o camorra – è presente a Modena e ci comanda; per affrontarla dobbiamo seguire la via del denaro”.

Nicola Rossi (Lega moderna) ha ricordato il momento della firma del Patto, un anno fa, e ha evidenziato che la situazione non è migliorata: “Cosa è mancato?”, si è chiesto. “Ho sempre sentito parlare di questa cabina di regia che non mi sembra difficile da creare. Vorrei che si dicesse ciò che non è andato fino ad oggi e quello che si vuole fare in questo nuovo anno perché ci sia uno sforzo in un’unica direzione da parte di tutti gli attori protagonisti”.

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