Un documento da tutti riconosciuto come frutto della partecipazione e che risponde all’esigenza di housing sociale senza consumare nuovo territorio agricolo a fini residenziali. Per alcuni però servivano maggiori approfondimenti e doveva essere accompagnato dalla sospensione delle azioni sulle aree F fino all’approvazione del nuovo Psc. È la posizione espressa dalla maggioranza nel dibattito in Consiglio comunale sulle linee di indirizzo del Psc che ha visto il voto favorevole del Pd, contrario di Sel e l’astensione dei consiglieri Pd Stefano Rimini e Fabio Rossi.
Per il Pd, Giulia Morini ha affermato che il documento costituisce una presa d’atto importante “che un certo modello di sviluppo si trova in fase d’arresto e che è opportuno ponderare le scelte e virarle verso obiettivi quali la qualificazione, la riduzione dei consumi energetici e degli impatti ambientali. La partecipazione sarà utile per sciogliere i punti deboli, in particolare il dimensionamento e l’individuazione chiara di priorità più stringenti”. Secondo Fabio Rossi “disegnare la città di domani è una responsabilità in capo a tutti. Sentiamo il bisogno di un forte supplemento di confronto per arricchire la vision della città, senza per questo perdere tempo, ingessare lo sviluppo e fermare la crescita. C’è chi pensa che ciò debba avvenire a partire da questo documento; io credo debba partire da un foglio bianco”. Per Michele Andreana “il documento è stato il frutto di un lungo percorso di confronto con la città. Ho l’impressione che dietro alle obiezioni sollevate all’interno della maggioranza sul numero delle abitazioni e l’utilizzo delle aree F ci siano più logiche di interesse politico, che non di interesse per la città, nessuna è tale da giustificare un voto contrario”. Maurizio Dori si è detto molto amareggiato per il fatto che non si sia trovato un accordo nella maggioranza: “Non attuare le zone F sarebbe una scelta criminale nei confronti di chi chiede una casa sociale, significherebbe azzerare l’edilizia sociale per i prossimi 20 anni. Non è credibile dal punto di vista politico chi dice che questa deve passare attraverso la riqualificazione”, ha aggiunto. La presidente del Consiglio Caterina Liotti ha sottolineato che la discussione sulle linee di indirizzo “non prevista dal percorso amministrativo, è un atto importante” e che “rispetto alla prima versione presentano importanti novità frutto del confronto e di tanti passaggi istituzionali. Modena vuole rimanere se stessa – ha aggiunto – e per poterlo fare decide che il nuovo Psc preveda una crescita contenuta e sostenibile”. Stefano Rimini ha definito “il documento apprezzabile per diversi aspetti, come ad esempio per lo sforzo di coinvolgimento della città. Ritengo però – ha osservato – che su alcuni aspetti politici fosse necessario un maggior approfondimento e un approccio diverso. Bisognava ragionare in modo intersettoriale, coinvolgendo i diversi settori in cui opera l’Amministrazione in sintonia con i Comuni limitrofi”. Secondo il capogruppo Paolo Trande “la drammatizzazione e i toni ultimativi sugli indirizzi del Psc non sembrano riguardare i contenuti, ma altro. Non si sta votando un piano particolareggiato, né il Psc, né le aree F, né stiamo licenziando le tavole di Mosè – ha affermato – si tratta di idee sulla città di qui a 20 anni e di un documento aperto, una buona base di discussione su cui chiedere che si innesti un nuovo percorso di confronto”. Stefano Goldoni ha detto di condividere gli indirizzi di fondo del nuovo Psc: “A oggi 13 mila famiglie sono state assegnatarie di alloggi Peep e il piano Peep è in via di esaurimento, perché il Comune ha terminato le aree destinate a questo strumento nato per dare una proprietà a tante famiglie a costi più bassi rispetto al mercato. Per rilanciarlo – ha continuato – è necessario intervenire nelle zone F dove troveranno spazio anche alloggi di affitto sociale”. William Garagnani ha parlato di un “progetto urbanistico che è soprattutto antropologico, che presenta l’esigenza di avere una città più compatta in cui ricreare i centri di vicinato, le piazze, i luoghi di aggregazione. Puntare verso la città compatta è anche la più importante azione contro l’inquinamento atmosferico”, ha proseguito il consigliere ricordando come il documento in discussione “arrivi dopo 70 incontri, i primi 70”.
Per Sel, Ingrid Caporioni ha spiegato che “le divergenze sul documento sono tali da non consentirci di approvarlo. Confermiamo l’adesione all’alleanza di centrosinistra, ma non rinunciamo a svolgere una funzione critica e costruttiva”. La consigliera ha sottolineato che “il territorio è una risorsa finita: occorre porre un blocco al consumo di suolo agricolo e una moratoria della trasformazione delle zone F. La rigenerazione urbana dovrà essere la proposta strategica del piano”. Concetti ripresi anche dal capogruppo Federico Ricci che ha insistito: “Vogliamo che gli interventi sulle aree F vengano sospesi fino all’approvazione del nuovo Psc”. Il consigliere ha anche osservato che si tratta di “prologo e non di un epilogo: non vedo perché ci debbano essere toni ultimativi – ha concluso – siamo all’inizio di un confronto aperto con la città”.
Azioni sul documento