Necessità di maggior discontinuità rispetto al passato e di sviluppare il tema della gestione del territorio su area vasta; eccesso di abitazioni previste e di genericità riguardo alle nuove costruzioni, nonostante gli sforzi riconosciuti all’assessore Giacobazzi. E’ questa, in sintesi, la posizione espressa dalle opposizioni in Consiglio comunale nel corso del dibattito sulle linee di indirizzo del Psc, il Piano strutturale comunale, che ha visto il voto contrario di tutte le minoranze eccetto l’Udc che si è astenuta.
Per il Pdl, Sandro Bellei ha espresso il proprio disaccordo sul documento “che parla come se la crisi economica non fosse in atto. L’obiettivo dovrebbe essere potenziare il sistema policentrico senza prevedere nuove localizzazioni di funzioni residenziali o produttive, affrontando i problemi infrastrutturali in un’ottica moderna. C’è carenza nelle relazioni con i Comuni limitrofi – ha aggiunto – con cui si dovrebbe affrontare il discorso dell’area vasta”. Per Olga Vecchi “le linee di indirizzo sono di difficile condivisione: serve un Psc in discontinuità con il passato, che sia strumento a 360 gradi su ogni livello, non solo abitativo, che promuova una mobilità sostenibile, che parli di funzioni delle piazze, di scuola, di cultura, di ospedali e di servizi, che cerchi la ricucitura della zona della stazione ferroviaria. Questo documento – ha aggiunto – è tossicodipendente da pregressi vincoli, da diritti edificatori consolidati. Il capogruppo Adolfo Morandi ha sottolineato che “la città non vuole che si costruisca sull’area delle falde acquifere: questo argomento determina perdita di consenso ed è il motivo per il quale la maggioranza oggi si trova in difficoltà. Le linee di indirizzo sul Psc sono molto generiche sulle nuove costruzioni e sono scarsamente esaustive dal punto di vista di fattibilità e concretezza. Gli errori del passato si ripercuotono in maniera molto forte sul documento”.
Secondo Sergio Celloni di Mpa “la vita di una città, come la vita di una persona è il frutto di quanto è stato fatto negli anni passati e Modena non ha fatto nulla o pochissimo: ci troviamo in una città di buio assoluto”, ha detto. “Quanto è stato fatto per i distretti e per l’impresa? Il sociale è fondamentale, ma cosa si fa per far crescere il mondo del lavoro da cui dipende? C’è poco di tutto e ci vorrebbe molto di tutto. Per crescere la città deve pulsare, non deve essere il fanalino del mondo”.
Eugenia Rossi di Etica e legalità ha sottolineato la necessità di “riqualificare, recuperare, riorganizzare l’esistente e restituire tutte le aree impropriamente trasformate da zone F di attrezzature generali a residenziali”. Secondo la consigliera nei prossimi 20 anni ci sarà una crescita di circa 10 mila abitanti “a fronte dei quali è previsto un numero enorme di alloggi costruibili, oltre alle potenzialità delle zone F e al maggior numero di alloggi derivanti dal ridimensionamento delle metrature”.
Per Sandra Poppi di Modena5stelle-beppegrillo.it le linee di indirizzo del Psc “denotano una incapacità di vedere la città nel suo insieme: manca un disegno armonico, un’analisi complessiva sulla sicurezza, sul trasporto pubblico locale e altro. Non mi pare che il nuovo documento si allontani così tanto dagli obiettivi di crescita di ‘Modena futura’, quello bocciato a gran voce dai cittadini; è ancora vecchio e scontato, con partecipazione molto limitata”.
Secondo Davide Torrini, capogruppo dell’Udc, il dibattito sull’urbanistica a Modena “è molto inquinato a causa del vulnus di trasparenza di questi anni, che probabilmente questo passaggio in Consiglio comunale vuole recuperare: non se n’è andato però il sospetto che questo documento cambi solo apparentemente e che poi non differisca così tanto dalla posizione precedente. Se prima il piano regolatore definiva limiti e vincoli, oggi il Psc consiste solo in uno schizzo”. Sempre per l’Udc, Gian Carlo Pellacani ha riconosciuto “lo sforzo fatto dall’assessore”, precisando però che “pare si sia cercato di coprire divisioni e contestazioni interne con le parole più adatte. Apprezzo la separazione dell’allegato in cui erano inserite le parti vincolanti – ha detto - mi conforta e se si tratta di una apertura all’ascolto, nella fase di realizzazione del Piano, la disponibilità a collaborare sarà ampia. Sospendo il giudizio in attesa dei passaggi futuri”.
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