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29/05/2013

DONNE / 1 – SÌ DEL CONSIGLIO ALLA RETE CONTRO LA VIOLENZA

L’Aula sostiene la Proposta di legge di iniziativa popolare. Votano a favore Pdl, Sel, Mpa, Msa; si astiene la Lega; si avvalgono del non voto Pdl, Udc, Fratelli d’Italia

Creare le condizioni della dignità e del rispetto delle donne per prevenire e ridurre il fenomeno della violenza; massimizzare l’efficacia degli interventi a sostegno delle vittime; migliorare la diffusione di Case rifugio e Centri antiviolenza su tutto il territorio regionale, mettere a sistema gli interventi di prevenzione con progetti educativi, diffondere servizi per accompagnare al cambiamento gli uomini volenti. Il tutto favorendo la creazione di una Rete regionale formata da enti pubblici, istituzioni e organismi del privato sociale.

Sono gli obiettivi della Proposta di legge di iniziativa popolare “Norme per la creazione della rete regionale contro la violenza di genere e la promozione della cultura dell’inviolabilità, del rispetto e della libertà delle donne” a favore della quale si è espresso il Consiglio comunale di Modena nella seduta di lunedì 27 maggio. La proposta avanzata dai gruppi Pd e Sel, è stata appoggiata anche da Mpa e Msa; Lega nord si è astenuta, mentre si sono avvalsi del non voto Pdl, Udc, Fratelli d’Italia.

La legge regionale d’iniziativa popolare è stata promossa, dalla Conferenza regionale delle Donne del Pd, che ha deciso di avviare entrambi i percorsi previsti dal regolamento regionale per le proposte di iniziativa popolare: la raccolta delle firme e il pronunciamento dei Consigli comunali. “Per sottoporre la Proposta di Legge alla Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna - ha spiegato in Consiglio la presidente Caterina Rita Liotti, che è anche prima firmataria della proposta a livello regionale – bastano 5 mila firme e sono già 10 mila quelle raccolte regionalmente, ma il nostro obiettivo è arrivare a 20 mila. Il Consiglio Comunale di Modena approvando lo stesso testo rafforza il peso politico dell’iniziativa che vuole sensibilizzare in modo diffuso su quella che è diventata una enorme piaga sociale su cui le istituzioni hanno il dovere di intervenire”.

Lo scorso anno sono stati 124 i femminicidi in Italia, di cui 15 nella nostra regione; sappiamo che questa è solo la punta dell’iceberg, poiché manca un sistema che renda manifesta la dimensione del fenomeno, eppure ci sono questioni che si possono affrontare a livello regionale, come hanno già fatto altre 13 regioni – ha continuato Liotti – soprattutto nell’ambito della prevenzione e nel rafforzamento dei servizi per sostenere le donne e gli uomini che intendono uscire dalla violenza. La nostra Regione ha una importante tradizione di Centri antiviolenza, e recentemente è stata attivata proprio a Modena una sperimentazione: lo sportello Liberiamoci della violenza, rivolto agli uomini. È però ancora troppo poco, la proposta di legge vuole rafforzare e rendere omogenei gli interventi su tutta la Regione e predisporre interventi sistematici di educazione alla relazione, alla sessualità e alla differenza di genere nelle scuole di ogni ordine e grado per affrontare un problema con un carattere fortemente culturale”.

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