Prati verdi, cieli mutevoli, coste scoscese, ma anche sfumature lugubri, ombre oscure gettate dalle ondate di invasori e da intere generazioni di emigranti. Il racconto della cultura dell'isola nelle opere di cinque artisti irlandesi è al centro della mostra “Island. New art from Ireland”, che inaugura il 20 giugno alle 21 alla Palazzina dei Giardini di corso Canalgrande. Curata dalla direttrice della Glucksman Gallery di Cork, Fiona Kearney, e finanziata con un contributo di Culture Ireland, la collettiva è il secondo step di una collaborazione che ha portato in Irlanda 80 fotografie della Raccolta della Galleria civica di Modena, "The Artist's Eye", esposta fino al 7 luglio alla Glucksman.
Presenta il lavoro di 5 artisti contemporanei residenti in Irlanda, una ventina di opere fra fotografie, dipinti, disegni, sculture, film, video e installazioni, realizzate a partire dal 2000, in un periodo cruciale per l'irlanda e per l'Europa nel corso del quale l'esuberanza e l'ottimismo per il nuovo millennio sono collassati nella crisi economica globale.
Gli artisti selezionati, Dorothy Cross, Damien Flood, Mark Garry, Martin Healy, Niamh O’Malley, sono stati chiamati a indagare il tema dell’isola con particolare riferimento all’Irlanda, alla quale hanno guardato cogliendo aspetti diversi della cultura isolana, interrogandosi su come possa tornare a crescere e a fiorire in futuro.
L'esposizione si apre con "Drift" (2013), film in anteprima mondiale di Mark Garry, presente anche con due sculture: "Where oil meets water" e "To say a psalm for now". Di Niamh O’Malley ci saranno due disegni, il video dal titolo "Island" (2010), e una scultura. Martin Healy presenta scatti di archeologia industriale, "Fata Morgana" (2010), un'opera al neon che cita le coordinate di un'isola che non c'è, e "The Last Man", un film del 2011. Dorothy Cross espone sculture e fotografie, "Udder Chair" una sedia che richiama i valori tradizionali della cultura isolana e "Poll na bPeist (Wormhole)" (2008), la fotografia di una vasca scavata vicino alla costa che si riempie come una piscina naturale. Damien Flood indaga il tema dell'isola attraverso alcuni dipinti: "Smoke Ring" (2012), "Dig" (2012) "Glass Mountain" (2013), "Sunflower" (2012), "Bench" (2010) "Cyclical Mountains" (2011), "Dome" (2009). Queste opere dialogheranno con un dipinto di Paul Henry, celebre artista del XX secolo che ritrae dolci colline e cottage dal tetto di paglia tradizionali, una rappresentazione del paesaggio irlandese, e, al contempo, un ritratto della vita quotidiana delle comunità rurali. La mostra sarà aperta fino al 15 settembre dal giovedì alla domenica dalle 19 alle 23. A essa si accompagna una pubblicazione bilingue inglese-italiano che documenterà le opere in mostra e che presenterà testi della curatrice Fiona Kearney.
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