Un livello elevato di soddisfazione, la percezione di una forte continuità rispetto alla gestione comunale e la capacità, una volta superate alcune difficoltà iniziali, di lavorare per un effettivo miglioramento delle scuole e del servizio. Sono questi, secondo il ricercatore dell'Università di Milano Stefano Neri, i principali aspetti emersi dalle interviste alle 27 insegnanti in servizio nelle 4 scuole della Fondazione Cresci@mo. La ricerca, realizzata a titolo gratuito dal ricercatore che è genitore di un bambino che frequenta una scuola comunale cittadina, fa parte degli allegati alla delibera sulla verifica delle attività della Fondazione, sottoposta al Consiglio comunale nella seduta di lunedì 17 giugno.
Dalle interviste realizzate con tutte le insegnanti in servizio, della durata di circa un'ora e trenta ciascuna, emerge come fattore chiave la stabilità lavorativa: “grazie alla natura privata della Fondazione – si legge nella ricerca - è stato possibile, attraverso procedure a evidenza pubblica, selezionare personale altamente formato che in genere ha maturato ampia esperienza e formazione, spesso fornita dallo stesso Comune di Modena”. L'assunzione in pianta stabile comporta, secondo il ricercatore, un miglioramento dei rapporti con le altre insegnanti, percepite in modo più paritario rispetto al passato. La collaborazione tra insegnanti di diversa provenienza ha consentito di mettere in atto alcune innovazioni, in coerenza con il modello pedagogico delle scuole comunali.
La ricerca si sofferma inoltre sulle condizioni contrattuali, alcune delle quali leggermente peggiorative rispetto ai contratti previsti nelle scuole comunali. Secondo le insegnanti intervistate, accettare un aggravio di lavoro in più (due ore settimanali e la mancata sostituzione nel primo giorno di malattia) è stato “uno scambio assolutamente accettabile se ha favorito o permesso l'assunzione a tempo indeterminato”.
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