Le sentenze relative alle stragi naziste che condannano la Germania come responsabile civile per crimini di guerra non vengono eseguite in seguito alla decisione della Corte internazionale dell’Aja che le giudica in contrasto con il principio dell’immunità giurisdizionale degli Stato sovrani. Lo ha ricordato nei giorni scorsi il sindaco di Modena Giorgio Pighi riferendo al Consiglio comunale la comunicazione arrivata dal procuratore generale militare Antonio Sabino richiesta sulla base dell’ordine del giorno che invitava ad “aprire l’armadio della vergogna” presentato da Federico Ricci (Sinistra per Modena) e William Garagnani (Pd) e approvato in febbraio.
Sono quattro i procedimenti relativi alle stragi naziste nei quali la Germania sia stata convenuta come responsabile civile per crimini di guerra o già condannata al risarcimento, mentre sono 16 le sentenze di ergastolo emesse dagli Uffici giudiziari militari nei confronti dei responsabili delle stragi. In molti casi la Germania non ha concesso l’estradizione del condannato.
Sulla base della sentenza della Corte internazionale dell’Aja è in corso una trattativa avviata dal ministero degli Esteri con la Repubblica federale di Germania per definire i contenuti risarcitori a favore degli enti e delle comunità colpite dagli eccidi. E’ il caso, per esempio, della vicenda che riguarda il territorio modenese con il processo per la strage di Monchio, Costringano e Susano del 18 marzo del 1944, quando i nazisti della divisione "Hermann Goehring" uccisero 140 cittadini. In primo appello è stata confermata la condanna all’ergastolo per l’allora caporale Alfred Lühmann, oggi 86enne, mentre due condannati in primo grado sono stati assolti. La sentenza di primo grado prevedeva anche risarcimenti della Germania per gli enti locali e per l’Anpi per oltre 300 mila euro, oltre a quelli per i familiari delle vittime.
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