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24/03/2014

INNOVAZIONE / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Pareri diversi sulla convenzione per la Community network Emilia-Romagna

L’intervento del consigliere Salvatore Cotrino ha aperto il dibattito sulla nuova convenzione per il funzionamento, la crescita e lo sviluppo della Community network Emilia-Romagna tra Regione ed enti del territorio, approvata dal Consiglio comunale lunedì 24 marzo (a favore Pd, Sel e Udc; contrari FI-Pdl, FdI, Ln, Mf e Ncd; astenuti Msa e Mpc).

Per il Pd, Cotrino ha sottolineato “gli aspetti politici della delibera con cui l’Amministrazione sceglie di imboccare l’autostrada dell’innovazione in ambito nazionale e regionale con l’obiettivo della sburocratizzazione e della semplificazione. L’innovazione tecnologica – ha continuato – è funzionale al raggiungimento di efficienza del sistema, a garantire trasparenza ed equità del servizio, perché non basta la volontà di cambiare, ma servono anche gli strumenti. Da una parte – ha concluso - i dati accessibili, le anagrafi catalogate e condivise, dall’altro l’interoperabilità e le piattaforme informatiche che consentono di gestire queste enormi quantità di dati sono tra i vantaggi offerti della convenzione”. Luigi Alberto Pini ha invitato a considerare “la burocrazia  una caratteristica fondamentale dello Stato, quindi il problema non è eliminare la burocrazia, ma renderla efficiente e funzionale contrastando il sistema a cipolla che ha visto sovrapporsi tante modalità diverse d’intervento, poiché il sistema evolve ma troppo lentamente”, ha detto. Enrico Artioli ha anche ricordato l’iter della Community avviato nel 2004 e “il forte richiamo alla sussidiarietà” oltre che le potenzialità che essa ha in ambito di “cittadinanza tradizionale e digitale garantendo i diritti di accesso alle reti, alle conoscenze, ai servizi e ai dati della Pubblica amministrazione”. Ha anche introdotto “il tema dell’area vasta” fornendo infine “tre indicazioni su cui lavorare: lotta alla criminalità attraverso la possibilità di incrociare le banche dati, democrazia digitale e interoperabilità tra le diverse amministrazioni”. Stefano Rimini ritiene la delibera “fondamentale per i temi della semplificazione amministrativa, della trasparenza dei dati e della digitalizzazione dell’azione amministrativa. La smaterializzazione dei documenti e l’interoperabilità – ha continuato -  sono aspetti che portano a risparmi diretti e indiretti, grazie all’efficientamento”.

Per l’assessore alle Risorse umane Marcella Nordi “il Comune di Modena ha un personale informatico particolarmente all’avanguardia; la smaterializzazione dei documenti è uno degli obiettivi dell’ente e la convenzione si basa su un principio di equità consentendo anche ai piccoli Comuni di condividere software”.

Il capogruppo di FI-Pdl Adolfo Morandi ha invece parlato di “molto fumo e poco arrosto” e ha fatto l’esempio concreto della difficoltà di collegarsi al sistema wi fi dalla sala del Consiglio comunale, che avrebbe invece dovuto risolversi con il sistema Lepida”. Ha anche commentato che “un sistema che intenda mettere tutto sotto un’unica regia può avere delle utilità ma anche dei limiti, poiché il personale deve imparare nuovi sistemi e inserire una mole di dati, quindi non ci sarà un alleggerimento della burocrazia ma anzi un aggravio”. Per Sandro Bellei “va ridimensionata l’enfasi” con cui alcuni consiglieri di maggioranza hanno parlato della delibera, perché la nuova convenzione assembla ben 18 programmi informatici, creando anche doppioni con sistemi che già ci sono.

Sergio Celloni di Mpc ha evidenziato che “la documentazione cartacea dovrà comunque restare ai fini documentativi” e che c’è “il rischio di trovarsi davanti a un sistema lungo e complesso che non segue le logiche della semplificazione. Quindi ben venga la sburocratizzazione – ha detto - ma il ragionamento, che pur occorre portare avanti, è ancora immaturo”.

Gian Carlo Pellacani capogruppo dell’Udc ha osservato invece che “si tratta in genere di azioni già avviate e di un percorso partito nel 2007; quello che si cerca di fare oggi – ha continuato – è piuttosto un’evoluzione di quanto fatto fino a ora che richiede una nuova convenzione tra i partner. La convenzione ha però solo validità regionale, mentre bisognerebbe trovare collegamenti anche nazionali”.

In conclusione di dibattito, l’assessore all’Innovazione Fabio Poggi, ricordando quanto si è fatto in passato e come ora si stia lavorando all’Agenda digitale locale, ha chiarito che “la nuova convenzione è uno strumento costituito da servizi e modelli, uno strumento di area vasta interistituzionale che vede il Comune di Modena insieme a una serie di soggetti per fare innovazione. Innovazione – ha precisato - non vuole dire solo sburocratizzazione o semplificazione, significa fornire nuovi servizi ai cittadini e maggiore riconoscimento dei loro diritti”.

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