“Con il modello di Polo per la salute l’Amministrazione intende fornire uno standard minimo di servizi su tutto il territorio comunale e mettere le farmacie al centro di una rete sanitaria di servizi qualificati alla persona, in strettissimo accordo con Ausl e secondo quanto programmato dal Dipartimento”.
Lo ha affermato l’assessora a Welfare e Sanità del Comune di Modena Giuliana Urbelli rispondendo all’interrogazione del M5s illustrata dal capogruppo Marco Bortolotti sulla Farmacia comunale di viale Gramsci, “definita Polo della Salute alla Sacca”, dove è stata attivata una farmacia di quartiere con una sede rinnovata e diversi ambulatori medici che garantiscono ai pazienti l'apertura di dieci ore al giorno, da lunedì a venerdì.
Il consigliere ha chiesto “in che modo il ‘Polo della salute’ migliora la qualità delle risposte ai bisogni dei cittadini, che tipi di orari avrà la Farmacia con gli ambulatori annessi, quanto pagano i medici che afferiscono agli ambulatori, quanto hanno investito nel progetto l’Amministrazione e le Farmacie comunali spa. Bortolotti ha inoltre domandato “parlando di Polo della Salute, che tipo di modello legislativo si è implementato, quale sviluppo è stato ipotizzato dall’Amministrazione e come il Comune intenda tutelarsi nei confronti del rischio che la concentrazione di medici intorno a una farmacia configuri il fenomeno di ‘accaparramento di prescrizioni mediche’, che costituirebbe un reato”.
L’assessora ha precisato che “l’obiettivo delle Farmacie comunali di Modena è potenziare ulteriormente il ruolo delle farmacie convenzionate e realizzare la ‘Farmacia dei servizi’”. Urbelli ha evidenziato che tale modello organizzativo favorisce l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari di quartiere, grazie alla fruibilità degli ambulatori e dei servizi dei medici di medicina generale lungo un arco orario ampio, 10 ore al giorno, per 5 giorni la settimana, e all’accesso ai servizi sanitari specialistici dell’Ausl attraverso le prenotazioni in farmacia. I Poli della salute – ha proseguito – sono concepiti come punti di riferimento per i cittadini che fruiscono di servizi di base” e la presenza di studi di medicina generale in immobili adiacenti a farmacie private “è da tempo abbastanza diffusa sul territorio comunale senza che ciò abbia destato scandalo o fatto paventare il rischio da parte di qualcuno di pratiche di concorrenza sleale o di accaparramento di ricette”.
Urbelli ha spiegato che “tra Farmacie comunali di Modena e la cooperativa MeMo3, locataria degli studi siti nelle adiacenze della farmacia di viale Gramsci, è stato stipulato e depositato un apposito contratto di locazione che prevede un canone di locazione di 15 mila euro e i rispettivi obblighi per ognuno dei contraenti; che la collaborazione tra le due realtà sanitarie è attuata nel pieno rispetto delle norme vigenti e del codice deontologico di entrambe le parti; che non esiste nessuna forma esplicita o implicita di pubblicità negli studi medici, con entrata separata rispetto alla farmacia, che possa alterare la volontà dei cittadini e che possa configurarsi come atto di accaparramento delle ricette”.
L’assessora ha ricordato che con il rinnovo della sede della farmacia, che è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30, al sabato dalle 8.30 alle 13, grazie a un investimento della società delle Farmacie comunali di circa 210 mila euro, è stato recuperato e qualificato un immobile fatiscente, destinandolo a servizi utili ed evitando il rischio di destinazioni improprie.
Nella replica, il consigliere Bortolotti ha ricordato che “per anni l’Ausl ha combattuto la presenza di ambulatori medici a fianco di farmacie private e la pratica di queste ultime – ha aggiunto – non giustifica il fatto che le farmacie comunali facciano lo stesso errore”. Per il consigliere si tratta di una “pratica scorretta e nemmeno il recupero di un luogo rappresenta una giustificazione; è solo un espediente per giustificare una propria volontà”.
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