Il regolamento per l’edilizia convenzionata attualmente in vigore nel Comune di Modena non prevede né la vendita frazionata né la locazione parziale degli alloggi da parte delle famiglie che li abitano. “Le aree Peep nascono infatti per dare risposta al diritto alla casa come bene primario della famiglia. Oggi però stanno emergendo esigenze nuove, seppure in dimensioni non consistenti, e l’Amministrazione è disponibile a valutare la questione”. Lo ha detto l’assessora alle Politiche abitative del Comune di Modena Anna Maria Vandelli, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 27 ottobre, rispondendo all’interrogazione del capogruppo di Forza Italia Andrea Galli sugli affitti negli alloggi Peep. L’assessora ha proseguito affermando anche che “nel valutare la possibilità di prevedere il subaffitto o la vendita frazionata, modificando il regolamento e le relative convenzioni, il presupposto necessario è evitare che tale facoltà diventi uno strumento elusivo dell’obiettivo principale dei Peep che è garantire l’accesso alla casa a prezzi convenzionati e non la messa a reddito del patrimonio immobiliare. Stiamo però studiando di aprire una sperimentazione sul patrimonio privato che presenta meno vincoli”.
Presentando l’interrogazione il consigliere Galli aveva evidenziato come il regolamento comunale sulle aree Peep non preveda “la possibilità per i proprietari di affittare parzialmente né di affittare mantenendo la presenza dell’usufruttuario” e che “a causa delle contingenti e crescenti difficoltà economiche, insieme all’invecchiamento della popolazione, da diversi anni si sta drammatizzando la situazione di famiglie o di persone anziane sole che non riescono o hanno difficoltà a mantenere il proprio immobile”. Galli ha quindi chiesto se l’Amministrazione ha intenzione di modificare il regolamento “per andare incontro alle esigenze dei cittadini” e, nel caso, con che tempi.
L’assessora Vandelli ha chiarito i criteri da rispettare necessariamente per intervenire sul regolamento: garantire che il subaffitto non sia uno strumento per eludere la disciplina sugli affittacamere; definire i tempi, le condizioni, per esempio della coabitazione, definire modalità di calcolo e carta del servizio di affitto parziale per evitare abusi e disagio abitativo; garantire le finalità pubbliche alla base dei Peep che si sono tradotte in benefici fiscali e riduzione dei costi di costruzione. “Crediamo – ha concluso – che la richiesta sia marginale, dal 2012 a oggi sono arrivate tre domande in forma ufficiale sui circa ottomila alloggi Peep ancora vincolati, e che la priorità sia ancora la destinazione degli alloggi alle famiglie che ne hanno bisogno, favorendo la mobilità”.
Nella replica, il consigliere Galli ha definito “esaustiva la risposta che ha ben evidenziato sia gli aspetti positivi che i problemi che si creerebbero”, affermando che “aldilà delle richieste arrivate finora e che magari con maggiori informazioni potrebbero aumentare, una valutazione mi sembra opportuna: un’entrata extra potrebbe essere di grande aiuto per molte famiglie senza creare particolari problemi per il Comune”.
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