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26/02/2016

BILANCIO / 6 – GLI INTERVENTI DELL’OPPOSIZIONE

Per i gruppi di minoranza si tratta di una manovra senza scelte innovative

 

Nella seduta di giovedì 25 febbraio sono stati numerosi gli interventi sul Bilancio da parte dei consiglieri di opposizione.

Per il M5s, Mario Bussetti ha analizzato “due aspetti del bilancio: l’amministrazione corrente, quella dell’esistente, su cui la nostra valutazione è tutto sommato positiva; la programmazione strategica, la capacità di vedere una strada e di gettare le basi per imboccarle, che per noi non è soddisfacente. Alcuni settori, in cui si impongono scelte di cambiamento, sono rimasti al palo”, ha affermato portando ad esempio mobilità, lavoro, promozione turistica, cultura, partecipazione e altro. Rispetto all’aumento della Tari il consigliere ha evidenziato inoltre che “siamo entrati nel circolo vizioso dell’aumento a causa di coloro che non pagano a scapito di chi paga”. Marco Rabboni ha precisato che “sulla mobilità il bilancio prevede solo interventi di ordinaria amministrazione, mentre è uno di quei settori in cui bisogna programmare una vera rivoluzione di qui al prossimo decennio”. Il consigliere, inoltre, ha evidenziato “la riduzione degli investimenti per la qualità aria, lo scarso sostegno al trasporto pubblico locale ed elettrico, agli incentivi per la mobilità dolce, alla riqualificazione energetica e alla difesa del suolo”. Rispetto alle politiche culturali, Elisabetta Scardozzi ha parlato di “svendita del patrimonio di esperienza e conoscenza della Galleria civica e del Museo della figurina a una fondazione bancaria, unificandoli sotto un unico contenitore chiamato polo dell’immagine. Sono patrimonio pubblico – ha aggiunto – e così devono rimanere quindi sollecitiamo per la Civica la selezione immediata del direttore con bando pubblico”. La consigliera ha evidenziato inoltre l’“assenza nel bilancio del baratto amministrativo, già realtà in alcune città, che permette di promuovere una sorta di scambio virtuoso tra cittadini e Amministrazione, con uno sconto tributario in cambio di attività”. Per il capogruppo Luca Fantoni, “all’interno del bilancio non ci sono elementi strutturali che portano all’obiettivo condivisibile dichiarato nel Dup di ridurre gli affitti dell’ente acquisendo dal Demanio strutture per spostare attività e uffici del Comune”. Il consigliere ha parlato di “discrepanza tra le parole spese sugli investimenti e il risultato concreto”, portato l’esempio della ciclabile di via Giardini “non ancora conclusa” e, in dichiarazione di voto, ha evidenziato che “l’ordine del giorno di sostegno alla povertà, per cui voteremo a favore, è il contraltare del nostro emendamento sul reddito di cittadinanza, rispetto al quale però si abbassa notevolmente l’asticella, passando da una proposta concreta a una generica”. Marco Bortolotti ha sottolineato il “costo rilevantissimo del Data center, che nel tempo è destinato a perdere qualità. L’elemento in  grado di dare una svolta – ha aggiunto – sono i professionisti, capaci di integrare in tempi rapidissimi gli elementi più innovativi”. Sul tema del welfare, il consigliere ha definito “positivo” il fatto che sia al centro del bilancio: “Abbiamo proposto molti emendamenti – ha aggiunto – che vanno nella direzione di lavorare su una nuova visione del welfare”.

Per Luigia Santoro di Area Popolare “il Comune ha presentato un bilancio di contenimento senza visione innovativa di miglioramento della spesa e dei servizi. Per il triennio 2016-2018 – ha proseguito – la previsione di spesa del Comune di Modena cala di 6 milioni, ma in un contesto di entrate non così drammatiche come si vuole sostenere non è stata improntata riqualificazione. La manovra 2016 prevede l’aumento della Tari, quindi le tasse sono sempre in crescita laddove concesso”.

Adolfo Morandi di FI ha parlato di un bilancio “in cui non c’è nessuna variazione rispetto al passato. Cala l’Imu ma rimane alta la pressione fiscale, aumentata nei due bilanci precedenti di 32 milioni di euro, e cresce la Tari, che è una autentica patrimoniale. L’unica scelta forte del sindaco – ha proseguito – è stato spremere imprese e cittadini in nome della coesione sociale. Si può e si deve fare di più su un bilancio come quello del Comune di Modena in cui milioni di euro continuano ad essere spesi in scelte sbagliate”.

Per Domenico Campana di Per me Modena “il quadro che emerge dall’ultimo anno non è incoraggiante, le previsioni di crescita non sono buone, l’occupazione è scarsa e le condizioni economiche peggiorano. Bisogna pensare a forme nuove di welfare – ha proseguito – sganciare il sostegno al reddito dalla occupazione. Dobbiamo individuare un diverso modo di sviluppo che rilanci la crescita superando il modello neoliberista, appiattito su consumo individuale e indebitamento, in favore di uno sviluppo che rilanci gli investimenti nella riqualificazione ambientale, nell’apparato produttivo, e nello sviluppo di beni pubblici e comuni, per la loro fruibilità partecipata”.

Per Antonio Montanini di CambiaModena “nel bilancio non ci sono idee né proposte innovative; mancano contenuti riformatori che mi aspetterei da una forza riformatrice come il Pd. Le tasse non si sono alzate, ma lo impone la legge, si poteva lavorare per restituire qualcosa di quello che è stato preso in passato, ma non è stato fatto”. Il consigliere ha evidenziato l’assenza di tagli “alla principale spesa, quella della macchina comunale”, e ha definito “scandaloso” il fatto “che i giovani siano completamente ignorati, di fronte al pessimo risultato nella classifica della disoccupazione giovanile in Emilia Romagna che vede Modena al primo posto”.

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