Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

Tu sei qui: Home / Archivio Stampa / Archivio Comunicati Stampa / 2016 / Aprile / I 70 ANNI DEL CONSIGLIO COMUNALE, GLI INTERVENTI DEI GRUPPI

Archivio Stampa

Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

21/04/2016

I 70 ANNI DEL CONSIGLIO COMUNALE, GLI INTERVENTI DEI GRUPPI

Negli interventi dei consiglieri ribadito il valore della memoria della lotta al nazi-fascismo e della Resistenza come valore fondante della democrazia

Nella celebrazione per i 70 anni del Consiglio comunale di Modena che si è svolta nell’aula consiliare mercoledì 20 aprile, alla presenza delle autorità civili e militari e di una rappresentanza di coloro che hanno ricoperto l’incarico di consigliere comunale nelle legislature repubblicane, anche i gruppi consiliari hanno portato il proprio contributo dopo gli interventi del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, della presidente del Consiglio Francesca Maletti, della presidente provinciale Anpi Modena Aude Pacchioni e prima delle conclusioni affidate Pierluigi Castagnetti, già vicepresidente della Camera dei deputati.

Aprendo gli interventi, Francesco Rocco di Fas-Sinistra italiana ha ricordato come “alle violenze del nazi-fascismo Modena rispose con la lotta partigiana, nella quale le donne furono fondamentali. La Resistenza costituisce quindi il valore fondativo comune sia della Costituzione italiana che della rinascita di Modena come identità libera e democratica. E il richiamo alla Resistenza ci riporta al valore dello stare insieme: come consiglieri, oggi, abbiamo il dovere e la responsabilità di onorare la memoria della Resistenza adeguando la nostra risposta politica ai bisogni del paese”. “A volte questi riti sono stanche ripetizioni – ha affermato Andrea Galli (FI) – ma a volte, come oggi, sono un riannodare la memoria per passare generazioni successive un bagaglio storico che nasce da un periodo di distruzioni e lotte. Molta strada è stata fatta dal primo Consiglio: una città e una provincia povere sono diventate realtà che riescono a trasmettere i propri valori e a diventare emblema ed esempio. Sono proprio i valori condivisi la cosa importante trasmessa dalle persone che da allora sono passate in questo Consiglio, e che oggi lasciamo alle nuove generazioni”.

Andrea Bortolamasi per il Pd ha messo in evidenza “la distanza che oggi esiste tra la politica e i cittadini e che ci chiama a riflettere sui fondamentali della rappresentanza: credo che l’impegno politico a Modena sia sempre stato interpretato come una missione per il bene comune, un farsi carico quotidianamente della collettività che qui è ancora coesa, partecipata e responsabile. È stato così negli ultimi 70 anni e credo debba continuare a esserlo per i tempi che ci aspettano nei quali dovremo farci guidare sempre dalla memoria, come richiamo ai valori fondanti della nostra democrazia”. Mario Bussetti (Movimento 5 stelle) ha definito il Consiglio comunale un’istituzione “preziosa perché è un organo eletto direttamente dai cittadini e rappresentativo delle diverse anime della città. In un’epoca che vede nelle elezioni un eccesso di democrazia, noi siamo in un’aula ancora capace di un respiro popolare. Tuttavia – ha proseguito – dopo 70 anni qualche segno di stanchezza lo mostra, in particolare nella fatica a dare voce alle minoranze e nelle decisioni che sempre più vengono prese fuori da questa aula. È inevitabile quindi una disaffezione dei cittadini che occorre combattere aprendo le porte alla vera partecipazione”.  

Antonio Montanini (CambiaModena) è partito dalla propria esperienza personale di figlio di un partigiano e nipote di un caduto che “ha sempre voluto capire il perché di una scelta così difficile. Mi addolora sentire commenti critici sulla Resistenza, o sapere che atti efferati accaduti dopo la guerra vengono usati per mettere sullo stesso piano chi ha creato la dittatura e chi l’ha combattuta. Sono paragoni che non rispettano la storia di questi ragazzi che hanno avuto il coraggio di dire basta. È grazie a uomini come mio padre e al loro coraggio che oggi tutti noi possiamo sedere in questo Consiglio comunale”.

Secondo Marco Cugusi di Sel “se oggi la politica è caduta così in basso nella considerazione dei cittadini è perché è stata avvelenata dai troppi episodi di corruzione e contiguità con la criminalità organizzata che hanno attraversato il paese. A noi oggi spetta il compito di riscattare questa parola al senso più alto di nobiltà del termine: oggi abbiamo una politica senza cittadini e cittadini senza politica e questo è un nodo che dobbiamo sciogliere anche attraverso una riflessione sul valore ereditato dalle lotte partigiane”. Il consigliere ha poi aggiunto che anche se oggi le leggi sono diverse e i consigli sono cambiati “questo non toglie valore alla democrazia rappresentativa che però dobbiamo avere l’accortezza di far dialogare in modo equilibrato con tutti gli istituti di democrazia diretta”.

Luigia Santoro (Idea-Popolari liberali) ha sottolineato che “la democrazia certamente prende inizio dal 25 aprile del 1945. La festa della Liberazione però invece di vederci tutti uniti nel riconoscimento del valore della lotta al nazifascismo continua a essere motivo di divisione nell’accreditarne tutto il merito alla resistenza partigiana rossa, ignorando il sacrificio dei combattenti dell’esercito italiano, degli alleati e dei componenti della resistenza cattolica e laica. È doveroso un ricordo pubblico per tutti coloro che persero la vita per la nostra libertà e grazie ai quali noi oggi possiamo ancora sedere in un Consiglio comunale”.  

Azioni sul documento