L’approvazione in Consiglio comunale della delibera sul permesso di costruire convenzionato in deroga agli strumenti urbanistici comunali per la realizzazione di un Despar in via Nonantolana (a favore Pd e Art.1 – Mdp – Per me Modena, contrario M5s e astensione di FI e Idea Popolo e libertà), è stata preceduta da un ampio dibattito nella seduta di giovedì 25 gennaio.
Per il M5s, Marco Bortolotti ha espresso perplessità rispetto alla metodica della rigenerazione urbana attraverso lo Sblocca Modena: “A nostro avviso manca un quadro generale – ha detto – e si tratta di un piano che sta cominciando a far vedere i propri limiti. Oggi si lavora sempre appoggiandosi sulle iniziative dei privati, ma non si possono sfruttare solo le loro potenzialità: bisogna avere un disegno chiaro della direzione in cui va la città e il concetto di riqualificazione deve essere pilotato dall’Amministrazione. Ora è evidentemente che non è così”. Mario Bussetti ha invitato a “cercare di valutare al massimo l'interesse pubblico. Il recupero di un’area dismessa è positivo - ha proseguito - ma bisogna guardare anche tutto quello che c'è intorno. Una struttura può essere bellissima ma se scombina tutto quello che c'è intorno non rappresenta rigenerazione ma semplice recupero edilizio. Siamo preoccupati per la sorte del piccolo commercio”. Riferendosi all’ordine del giorno del Pd, il consigliere ha inoltre commentato: “L'intervento a posteriori (‘se si riscontrerà un problema lo si risolverà’) non è buona progettazione, perché poi le cose non si possono fermare e sistemare”.
Per Art.1 -Mdp – Per me Modena, Vincenzo Walter Stella ha sottolineato che “lo Sblocca Modena si è rilevato uno strumento efficace e chi conosce bene la zona non può negare che c'è una inequivocabile riqualificazione di quell’area che, abbandonata a se stessa, dà problemi anche in termini di degrado e sicurezza”. Il consigliere ha inoltre aggiunto che “le tre Commissioni fatte sul tema hanno sollevato una questione più generale: abbiamo presentato una mozione che propone all'Amministrazione la realizzazione di un piano del commercio strutturato che tenga conto dello sviluppo futuro della rete commerciale”. Marco Chincarini ha parlato di “progetto ben fatto”, con una struttura “all’80 per cento di risparmio energetico. E sul traffico è stata fatta una valutazione che dimostra che non si creano più problemi di quelli che ci sono ora. Mi chiedo però - ha proseguito il consigliere - qual è veramente la visione della città. In quell'area ci sono o sono previsti diversi supermercati. Cosa stiamo creando in quell'asse? Vorrei iniziare a fare una pianificazione, un piano del commercio, della rete distributiva. E quando arriva una struttura vanno valutati i diversi livelli di complessità, non ci si deve concentrare soltanto sulla viabilità. Non sono contro la Despar - ha concluso - ma non parteciperò al voto”.
Simona Arletti del Pd si è detta in disaccordo con il consigliere Bortolotti: “Si chiede che d’ora in poi si faccia solo rigenerazione – ha affermato – però quando ci si riesce, nel pubblico e nel privato, si sollevano una serie di perplessità che faccio fatica a comprendere. Credo che il Comune possa essere pilota in aree come, ad esempio, quella del Progetto periferie, ma debba avere anche il ruolo di facilitatore delle imprese private che si pongono l'obiettivo della rigenerazione. Stare fermi in un mondo che si muove significa rimanere indietro e con questo intervento si creano migliori condizioni di fruibilità, una migliore ciclabilità e accessibilità, si creano posti di lavoro e si realizza un edificio di grande qualità edilizia”. Per Marco Forghieri “attraverso il diverso iter in Commissione è stato possibile integrare con un ordine del giorno gli aspetti emersi e, in particolare, migliorare la viabilità. Oggi stiamo approvando uno dei migliori interventi dal punto di vista commerciale – ha proseguito – con un recupero di permeabilità, un bilancio energetico positivo e un recupero di superficie. Rispetto alla concorrenza con altri esercizi siamo pienamente nell'ambito delle esigenze emerse con il quadro conoscitivo sulle attività commerciali e le offerte presenti credo si integreranno con quella struttura, non si andranno a escludere”. Diego Lenzini ha precisato: “La mia visione di città ha un tipo di quartiere dove è presente una struttura alimentare con intorno piccoli negozi, con servizi diversi e di qualità. Quella che viene aperta in questa zona è una struttura commerciale che non rappresenterà un centro attrattivo tale da spingere persone residenti altrove ad andare a fare la spesa lì, ma fornirà un servizio a chi vive nella zona, che andrà a fare la spesa a piedi. Per questo chiediamo di potenziare la possibilità di muoversi nell'area e di aumentare l’accessibilità alla struttura. Oggi - ha aggiunto il consigliere - lo Sblocca Modena fa partire tutto ciò che è dentro la visione del futuro Pug”. Il capogruppo Fabio Poggi ha ricordato che “è inimmaginabile fare rigenerazione senza pensare di dover affrontare problemi di mobilità e prendere a scusa la questione mobilità è una contraddizione in termini. Con questo tipo di attività - ha proseguito - l’incremento del traffico è di una certa dimensione in determinati momenti, ma nella stessa area si poteva fare un intervento di tipo direzionale, che avrebbe portato un impatto sulla mobilità anche molto più alto nell'ora di punta, convogliando lì un centinaio di persone a lavorare. Il nostro dovere è essere in grado di individuare problemi di mobilità, ponderarli e governarli. E li monitoreremo per vedere se ci sono ulteriori cose da modificare”.
Andrea Galli, capogruppo di FI, ha annunciato l’astensione evidenziando che “non si può essere contrari alla rigenerazione urbana: oggi quello è un edificio che non attira più e rigenerarlo con una buona qualità ambientale non può non vederci d’accordo. Inoltre è importante diversificare la rete commerciale. Gli aspetti negativi però sono profondi – ha proseguito – quel punto è uno dei peggiori per una urbanizzazione di questo genere: in quel punto già oggi la congestione del traffico in alcuni orari è evidente”. Il consigliere ha infine sottolineato che “per 10 posti di lavoro che verranno creati ne perderemo altri perché qualcuno rischia di non avere la capacità di tenere in piedi l’attività”.
In chiusura di dibattito, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha affermato: “C'è una parte che vuole cambiare tutto per non fare nulla, perché non va mai bene niente. Va preso atto che in quella zona c’è un piano di riorganizzazione più generale e la riqualificazione si fa con un interesse pubblico e un ruolo del privato perché si tratta di proprietà private”. Il sindaco ha poi precisato che “è proprio perché siamo dentro a una visione che stiamo facendo queste cose: è stato fatto uno studio che ci ha detto che i centri di vicinato devono essere più vicini per un aumento dell'età della popolazione. Inoltre, è stato fatto un bando sul commercio per raccogliere le manifestazioni di interesse, ma una fetta di queste non ha ottenuto il parere perché in contraddizione con il disegno che c’è”. Muzzarelli ha infine precisato che “lo Sblocca Modena è semplificazione delle procedure, non scorciatoia. Il vecchio impianto del Piano regolatore ha procedure così lunghe e complesse che per sbloccare qualcosa servono 2 anni e oggi – ha concluso – bisogna muoversi con risposte più tempestive per le esigenze delle imprese”.
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