Nato a Vignola il 23 giugno 1747, e formatosi all’interno del fervore intellettuale che caratterizzava l’ambiente bolognese, Giuseppe Maria Soli si trasferì nel 1770 a Roma, in quegli anni teatro di appassionati dibattiti artistici ed estetici, dove comprese e consolidò la sua vocazione classicista. Richiamato a Modena nel 1784 e nominato “Ducale Architetto” da Ercole III, divenne il protagonista della vita artistica modenese, contribuendo a rinnovare il volto architettonico della capitale estense in senso neoclassico e purista. Condizionò profondamente la cultura e le arti modenesi, segnando con la propria attività progettuale il definitivo superamento della maniera rocaille e portando in patria il ricchissimo patrimonio culturale assimilato negli anni di formazione a Bologna e Roma. Dalla cattedra dell’Accademia di Belle Arti, da lui stesso fondata (1785) e diretta per quasi quarant’anni, Soli contribuì a formare una nuova generazione di pittori e architetti.
Tra le sue opere si ricordano la sede storica dell’Istituto Venturi (1785-1787), ancora contaminato da riflessi di gusto tardo settecentesco e da una sensibilità archeologizzante, il ponte di sant’Ambrogio sul fiume Panaro (1789-1793) e l’edificio di Porta sant’Agostino (1789-1792).
Durante la parentesi repubblicana e napoleonica (1796-1814) Soli s’indirizzò verso uno stile depurato dagli elementi decorativi e dagli ordini classici (Palazzo Campori a Modena, 1804), senza tuttavia giungere a esiti radicali che potessero destabilizzare il dominio della tradizione classica, come evidente nella trasformazione delle Procuratie di Venezia (1810-1814).
Il rientro del duca estense a Modena (1814) segnò per Soli il ritorno alla dipendenza da modelli classici, già avviato nel secondo periodo napoleonico e confermato durante gli ultimi anni al servizio della politica assolutistica di Francesco IV. Nominato dal duca Architetto Reale, Soli fu profondamente condizionato dal clima di restaurazione e di generale ritorno all’ordine, abbandonando le sperimentazioni puriste per rivolgere l’attenzione a un più decoroso stile sobrio e ripiegandosi nell’avallo della tradizione classicista.
In qualità di membro della Commissione di Ornato (1807) si impegnò in una intensa attività di rinnovamento urbanistico della città, tramite il riordino e il decoro sia dei singoli edifici che della reciproca correlazione degli spazi, comprese le strade e le piazze. L’incarico più prestigioso di questo periodo fu il completamento e la ristrutturazione del Palazzo Ducale di Modena comprendente la ricostruzione della facciata orientale (1814-1817) e dei nuovi prospetti nord e ovest (1817-1822).
Il 20 ottobre 1822 Giuseppe Maria Soli morì e il figlio Gusmano gli succedette nella carica di Ispettore delle Fabbriche di Corte, portando a termine quanto era stato progettato dal padre.
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