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27/05/2022

STADIO / 2 - IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri prima della votazione dei due ordini del giorno sulle prospettive del “Braglia”

Sono intervenuti diversi consiglieri nel dibattito che ha preceduto la votazione dei due ordini del giorno incentrati sulle prospettive dello stadio di calcio “Alberto Braglia” discussi nella seduta di giovedì 26 maggio del Consiglio comunale di Modena.

Aprendo il dibattito per Lega Modena, Alberto Bosi ha spiegato che un’eventuale cessione dello stadio “farebbe bene a Modena e al Modena calcio, con un vantaggio sia per il territorio sia per la società sportiva”. I costi per manutenere l’impianto, infatti, “sono elevati e quelle risorse potrebbero essere impiegate per sostenere le imprese e le famiglie che purtroppo si ritrovano in gravi difficoltà economiche a causa della pandemia”. Giovanni Bertoldi ha aggiunto che la tendenza dei club a possedere uno stadio di proprietà “costituisce un volano economico per l’intero territorio, oltre che per i club”. Il consigliere ha auspicato, quindi, che l’impianto diventi “una struttura multifunzionale in grado di dare maggiore vitalità alla città, accogliendo per esempio grandi concerti come avveniva in passato”.

Uno stadio di proprietà “proietterebbe Modena nel futuro”, ha affermato Antonio Baldini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia). Al fianco delle aree “da mettere a disposizione del Comune attraverso una convenzione”, infatti, il privato potrebbe sviluppare “servizi e iniziative complementari e valorizzare gli spazi, anche per eventi extra-sportivi, generando così ulteriori flussi finanziari sia per il club sia per il territorio”.

Intervenendo sull’emendamento presentato dal suo gruppo, Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha messo l’accento “sull’equilibrio” che dovrà avere l’eventuale convenzione dell’Amministrazione col privato, evitando quindi “concessioni troppo lunghe e rinnovi obbligati che andrebbero a discapito dell’interesse e del ruolo pubblico”.

Per il futuro dello stadio, Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha suggerito “di affidare la gestione dello stadio a un soggetto serio e affidabile, come sta dimostrando di essere l’attuale proprietà”, e contestualmente di avviare “un’interazione fra Amministrazione e società sportiva finalizzata a rivitalizzare l’impianto”. Il consigliere ha auspicato pure che la struttura sia utilizzata “in modo multifunzionale, ospitando concerti e altre importanti kermesse extra sportive”.

Per il Pd, Vincenza Carriero si è concentrata sull’importanza dello sport “e sulle opportunità di svago e crescita sociale che offre ai cittadini la presenza di uno stadio come il Braglia”. In questo contesto si inserisce quindi il partenariato: “Questa formula consentirebbe alla città di rimanere proprietaria dell’impianto, assicurando all’Amministrazione di perseguire le politiche di tutela del bene”. Lo stadio, infatti, ha osservato Ilaria Franchini, “ha un valore sociale, culturale e storico che va ben oltre quello economico” e l’ipotesi di sinergia pubblico-privata “permetterà di svilupparlo ancora di più”. La consigliera ha sottolineato anche che gli interventi di riqualificazione potranno rendere lo stadio “più inclusivo, grazie all’attenzione dimostrata dalla società sportiva nei confronti delle persone con disabilità”. Ricordando che lo stadio ospita un bene pubblico vincolato, la tribuna storica del 1936 “su cui sarebbe necessaria una diversa valutazione amministrativa”, Marco Forghieri ha respinto “l’ipotesi di vendita, un percorso certo complesso, come si vede in numerose realtà italiane, pure di serie A, dove gli iter di cessione non sono arrivati a compimento anche per le difficoltà di strutturare gli interventi privati”. La privatizzazione “è una scelta importante e prima di affrontarla occorrerebbe maggiore cautela”. Antonio Carpentieri ha precisato che “sono motivazioni concrete, e non ideologiche, a convincerci che lo stadio non debba essere ceduto a soggetti privati. Questo bene, per la sua centralità, il suo ruolo e la sua storia, deve rimanere a disposizione della comunità”; peraltro un’eventuale cessione comporterebbe il rischio per l’Amministrazione “di essere esclusi, in futuro, dalle decisioni che prenderebbero soggetti terzi”.

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