Sostenere e promuovere iniziative in grado di ricostruire le vicende biografiche di chi agì, anche sottotraccia e con operatività silenziosa, per compiere del bene in un momento drammatico per la città segnato dalla persecuzione razziale. Sono i contenuti dell'ordine approvato all'unanimità dal Consiglio comunale giovedì 26 gennaio, nella stessa seduta in cui è stata conferita la cittadinanza postuma a Francesco Vecchione, capo di Gabinetto della Questura di Modena negli anni della persecuzione razziale.
Il documento, che richiama pure la vicenda di Vecchione, è stato presentato da Federica Di Padova (Pd) e, in particolare, specifica la necessità di preservare anche la memoria di quei professori, scienziati, ricercatori e insegnanti costretti a lasciare la città e il proprio ambito di lavoro a seguito delle leggi razziali del 1938.
Aprendo il dibatto per il Pd, Alberto Bignardi ha voluto ricordare come il Giorno della Memoria “sia un momento importante anche per la comunità lgbt: almeno 50 mila furono gli omosessuali internati nei lager”. Il consigliere, condividendo in aula il titolo di una recente pubblicazione della scrittrice Gabriella Romano “Il mio nome è Lucy”, racconto sulla storia di un transessuale bolognese, ha sottolineato il clima culturale e sociale subito negli anni del fascismo dagli omossessuali: “Trappole, violenze e mortificazioni per ledere la loro dignità di uomini”. Per Stefano Manicardi “l’ordine del giorno ha un intento preciso: ricordare una delle pagine più buie della storia mantenendo vivo il ricordo di ciò che è stato”. Il consigliere ha poi specificato l’importanza di “coltivare i principi di uguaglianza e di non discriminazione soprattutto in tempo di pace, evitando che un certo clima d’odio ritorni in Europa”. Antonio Carpentieri ha voluto sottolineare il voto unanime espresso dal Consiglio alla mozione: “La comunità modenese che noi rappresentiamo deve essere orgogliosa di questa coesione di fondo”. Il capogruppo ha poi espresso la necessità di “tutelare”, soprattutto oggi, l’importanza di valori consolidati negli stati democratici: “È proprio quando certe cose sono acquisite che occorre riflettere di più, perché gli scenari possono sempre mutare rapidamente”.
Camilla Scarpa (Sinistra per Modena), ricordando la personalità di Francesco Vecchione, ha sottolineato “che la mozione ha proprio questo scopo: far conoscere le storie sconosciute dei tanti civili modenesi che salvarono molte vite durante gli anni della persecuzione razziale”. Scarpa ha poi specificato la necessità di promuovere specifici progetti in grado di preservare e diffondere la memoria “di quanti, come docenti, scienziati e ricercatori, furono costretti, a causa della loro origine, a lasciare le sedi del proprio lavoro”.
Paola Aime (Europa Verde-Verdi) ha voluto porre l’attenzione sulla trasmissione della Giornata della Memoria alle nuove generazioni: “Molti di loro hanno una percezione poco chiara di questo giorno, ma senza colpa: è necessario attualizzarlo, collegarlo al presente”. La consigliera, infatti, ha espresso la necessità di “connettere, allargare” il ricordo di quegli eventi alle persecuzioni dei nostri giorni: “Penso ai berberi, ai curdi, alle donne iraniane e afgane”.
Per Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) “uomini operosi e silenziosi come Vecchione sono emblema di coraggio e disobbedienza etica: pur essendo uomo di Stato disobbedì alle leggi fasciste per aiutare gli ebrei di Modena”. Il consigliere ha quindi sottolineato il valore della Costituzione nata come conseguenza di quell’esperienza: “Strumento indispensabile per dare garanzie e protezione soprattutto agli ultimi, a chi non ha voce, ma anche alle libertà di ognuno: Costituzione come custodia di valori non negoziabili”.
Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi ha affermato che “Vecchione è una figura che lascia un profondo segno in questa città, senza chiasso, né riflettori”. Il capogruppo, sottolineando l’originaria adesione e poi la dissociazione al fascismo di molti modenesi, ha condiviso la necessità di “ricordare tutte quelle famiglie e persone della città che, come Vecchione, opponendosi al regime hanno offerto silenziosamente protezione a quanti erano a rischio”. Bertoldi ha poi messo in guardia dalle possibili conseguenze delle attuali guerre, come quella tra la Russia e l’Occidente: “Quando si determinano questi conflitti è più facile che sorgano drammi connessi all’odio dell’altro, alla persecuzione delle minoranze, come in passato: i contesti di guerra condizionano e favoriscono queste tragedie”. Per Barbara Moretti riconoscimenti come quelli tributati da Modena a personalità come Vecchione o Giovanni Palatucci (funzionario di polizia morto internato in Germania nel 1945, a cui il Comune ha dedicato la via in cui ha sede la Questura) tracciano una “strada maestra”: “Sono stati esempi di generosità, eroismo, forza: ci chiamano a un’etica della responsabilità nel quotidiano agire”. Per Luigia Santoro “memoria vuol dire soprattutto attualizzare ciò che è accaduto in passato e rimetterlo sempre in discussione”. La consigliera, inoltre, ha voluto condividere ulteriori esempi di persecuzione “come quelle subite dagli armeni e dalle vittime delle foibe: il ricordo – ha aggiunto – è un atto dovuto affinché certi drammi umani non ritornino più”.
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