L’interrogazione della consigliera Mara Bergonzoni del Partito democratico sulla presenza dei medici di medicina generale nelle frazioni di Portile e Paganine, alla quale ha risposto l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, è stata trasformata in interpellanza.
Aprendo il dibattito, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha spiegato che “il problema non riguarda solo Portile e Paganine ma è generalizzato: i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono pochi”. Il motivo risiede “in una scarsa programmazione da parte dello Stato e in prolungati tagli delle risorse per la sanità. Solo l’attuale Governo sta provando a invertire la tendenza, incrementando i fondi”. Insomma, la situazione “è esplosiva e nei prossimi anni peggiorerà, con un ulteriore calo di decine di migliaia di medici”.
Barbara Moretti (Movimento 5 stelle) ha invitato l’Amministrazione comunale “a una rinnovata azione di stimolo verso l’Ausl e gli organismi sanitari: l’assenza dei medici è ancora più significativa nelle aree periferiche del territorio. Non ci si può limitare a una ‘presa d’atto’”. Rilevando il problema del “mancato coinvolgimento dei dottori nel collocamento sul territorio”, ha proposto alcune soluzioni come, per esempio, “l’implementazione dell’assistenza sanitaria con modalità innovative”.
Per il Pd, Stefano Manicardi ha rilevato che “il fenomeno di accentramento dei medici di medicina generale nelle aree più popolate della città è distante dall’idea di Modena che abbiamo, ovvero di una città con la presenza di servizi di prossimità, come indicato nel Pug”. Occorrono quindi politiche “che favoriscano una presenza dei medici sul territorio in maniera organica, prevedendo cioè una suddivisione delle aree”. In parallelo, a livello nazionale è necessario “rifinanziare la sanità pubblica”. Anche Alberto Bignardi si è concentrato “sulla prossimità come elemento per la presenza dei medici di medicina generale sul territorio” e ha auspicato, quindi, “che Comune e aziende sanitarie possano riflettere insieme sulla presenza dei medici sul territorio”. Allargando il discorso, comunque, è necessario “che la quota di questi professionisti aumenti, nell’ottica di una sanità che sia davvero universale: il primo passo è eliminare il numero chiuso dalle facoltà universitarie di Medicina”.
Paola Aime (Europa verde – Verdi) ha invitato il Governo e la Regione “ad attivarsi maggiormente per risolvere una questione annosa, a partire dall’aggiornamento dei contratti nazionali, con l’obiettivo di aumentare la presenza dei medici di medicina generale”. Sottolineando la “singolarità” legata al fatto che alcuni dottori rifiutino possibili collocazioni, anche la consigliera ha invitato “a coinvolgere maggiormente questi professionisti nella definizione dei percorsi per la loro presenza sul territorio”.
In replica, la consigliera Bergonzoni si è detta “non completamente soddisfatta degli elementi forniti dall’Ausl perché non viene garantita una soluzione completa e definitiva al problema”. Precisando che “la situazione preoccupa ed è da monitorare” in quanto rappresenta una conseguenza della scarsità di medici, ha suggerito intanto “di prevedere azioni di sostegno per i residenti di Portile e Paganine che intendono spostarsi verso dottori collocati in altre aree della città”.
Anche l’assessora Pinelli è intervenuta nel dibattito. Dopo aver ribadito “l’azione di vigilanza del Comune”, ha auspicato che in futuro l’ambito di assegnazione per la città di Modena si suddivida in più aree territoriali”. Nel frattempo, una soluzione di valore “anche per le persone fragili”, ha aggiunto, è costituita dall’eventuale apertura futura di nuovi punti infermieristici di comunità, come i tre attivati di recente dall’Ausl alla Polisportiva San Faustino in via Wiligelmo, nella sede dell’ex aeronautica in via Minutara e alla Casa della Comunità in via Montalcini.
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