Sono soprattutto minorenni, esprimono diffidenza verso alcune realtà istituzionali e risultano poco informati sui rischi legati all’assunzione di alcol e droghe e sui temi della sessualità. È il profilo dei “gruppi”, in alcuni casi “compagnie”, di giovani modenesi che emerge dalle attività di educativa di strada e di prossimità in corso a Modena.
Dal punto di vista della composizione, i gruppi con cui hanno interagito gli operatori sono a prevalenza maschile, hanno un’età compresa tra 14 e19 anni, con una netta prevalenza di preadolescenti, e si presentano di nazionalità mista: non solo italiani, infatti, ma anche ragazzi e ragazze le cui famiglie sono originarie dell’Albania, dei Paesi dell’Europa e delle Filippine.
Per quanto riguarda il rapporto con il territorio e la comunità, dall’analisi sui gruppi giovanili emergono un senso di frustrazione verso gli interventi di presidio del territorio che vengono percepiti come “volti a disincentivare le possibili aggregazioni”, come è stato sottolineato nella commissione consiliare Servizi dedicata al tema, e una diffidenza nei confronti delle figure sentite come istituzionali. Esiste una difficoltà quindi, ad accettare proposte e iniziative viste come "calate dall’alto”. In parallelo, le ragazze affermano di provare un senso di insicurezza in alcune zone della città.
Nella percezione dei ragazzi, infatti, gli adulti tenderebbero a considerarli come soggetti da “presidiare e contenere”, piuttosto che come risorse da valorizzare, e al tempo stesso verrebbero “sottovalutate” le problematiche che i ragazzi vivono. Da qui la richiesta di spazi in cui aggregarsi “per svolgere attività ludiche, ricreative e artistiche”, ma anche solo dove relazionarsi con altri coetanei, espressa dai giovani durante i colloqui. Luoghi dove i ragazzi, oltre a divertirsi e partecipare a iniziative di registro culturale, potrebbero anche incontrare figure da cui ricevere maggiori e più precise informazioni sulle tematiche di loro interesse.
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