Consolidare la ripartenza, dopo il periodo della pandemia, e accelerare sul rilancio di Modena affrontando gli effetti della crisi energetica, dell’aumento delle materie prime, dell’inflazione in doppia cifra con l’obiettivo di garantire comunque servizi alle famiglie senza aumentarne i costi, di offrire risposte ai bisogni sociali, alla povertà abitativa e anche alle esigenze delle imprese, grazie a un programma di investimenti a sostegno dello sviluppo economico, dell’occupazione e della riqualificazione della città. A questo scopo verranno utilizzati soprattutto i finanziamenti del Pnrr e i fondi europei assegnati dalla Regione, integrandoli con le risorse comunali per assicurare l’avvio di tutti i cantieri in programma e il completamento delle opere in corso.
Sono gli elementi che caratterizzano la proposta di Bilancio previsionale 2023-2025 del Comune illustrata al Consiglio comunale oggi, giovedì 23 febbraio, dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli e dal vice sindaco e assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza sottolineando come la spesa corrente, senza più buona parte degli elementi straordinari degli ultimi anni, si colloca sui 271 milioni di euro (l’assestato 2022 è di 301 milioni), mentre il livello degli investimenti supera i 180 milioni di euro nel triennio, con oltre 146 milioni di nuova programmazione.
Per il sindaco Muzzarelli, infatti, “gli investimenti rappresentano un’azione decisiva per la rigenerazione della città, con la realizzazione di infrastrutture strategiche sviluppando i programmi Pnrr di transizione energetica, ecologica e digitale; nel bilancio garantiremo anche le risorse per i cofinanziamenti necessari, considerandola già una priorità per la destinazione dell’avanzo 2022”.
L’approvazione del bilancio, l’ultimo prima del termine del mandato, è in programma tra un mese, mentre ora parte il percorso di approfondimento nelle diverse commissioni consiliari e con i Quartieri. “Siamo all’ultimo giro di pista – ha affermato il sindaco – e dobbiamo accelerare tirando fuori tutte le energie rimaste per dare futuro alla Modena dei valori, dell’energia e della creatività”.
Dopo aver elencato i limiti della Legge di bilancio del Governo e gli impegni della campagna elettorale non mantenuti (dalle accise sui carburanti al superbonus, fino ai tagli sul fondo 0-6 e sulla sanità), il sindaco ha evidenziato le mancate risposte alle esigenze degli enti locali: gli organici della scuola, il trasporto pubblico, i ristori per i rincari delle bollette, il sostegno all’affitto, il contrasto a caro vita e povertà, il fondo solidarietà comunale, l’aumento dei costi del personale sulla base dei nuovi contratti, i fondi crediti di dubbia esigibilità che rimangono al 100 per cento bloccando risorse, mentre per la sicurezza, per esempio, si sono solo 15 milioni per tutta Italia a sostegno della videosorveglianza. “A Modena, comunque, proseguiamo il nostro piano – ha precisato Muzzarelli – contando di raggiungere le 450 telecamere entro l’anno, prevedendo le assunzioni nella Polizia locale (12 posti nelle categorie C e D), investendo in tecnologia e formazione per gli operatori, continuando l’attività del controllo di vicinato (93 i gruppi attivi), della sicurezza partecipata, del sostegno alle vittime dei reati e della promozione della legalità”.
Il consolidamento dei servizi del cosiddetto welfare diffuso (sociale, istruzione, cultura), a cominciare dalla conferma dei cento posti in più al nido introdotti nel 2022, avviene senza toccare tasse e tariffe dei servizi alla persona: l’inflazione fa aumentare i costi ma questi non vengono scaricati sulle famiglie. “E anche sulla Tari – ha aggiunto il sindaco – siamo al lavoro per confermare le tariffe delle utenze domestiche e non domestiche, ormai ferme da anni”.
Temi ripresi dal vicesindaco Cavazza sottolineando come, di fronte alle difficoltà delle famiglie più fragili, la manovra contribuisca a ridurre le diseguaglianze ingiuste o eccessive “confermando la progressività della pressione tributaria e tariffaria”, anche attraverso “politiche di targetting”, e aumentando l’intervento pubblico nella copertura dei costi dei servizi a domanda individuale, cresciuti a causa dell’inflazione, che passa dal 59,2 a quasi il 60 per cento che equivale a circa dieci milioni di euro.
Nello stesso tempo, anche per ragioni di equità, aumenta l’attività di contrasto all’evasione fiscale “per garantire – ha spiegato Cavazza - l’emersione della base imponibile e il miglioramento della capacità di riscossione dell’ente”, con la previsione di recuperare circa 2 milioni e 600 mila euro di maggiore gettito, soprattutto da Imu e Tari.
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