Dei 15 emendamenti presentati dai gruppi consiliari, 13 saranno in discussione nella seduta di giovedì 30 marzo del Consiglio comunale: due infatti sono stati ritirati.
Sono due quelli proposti dalla maggioranza Pd, Sinistra per Modena, Europa Verde Verdi, Modena civica: 200 mila euro aggiuntivi per il fondo affitti e per contrastare la povertà abitativa, per compensare i tagli del Governo, e 280 mila euro per realizzare una zona quiete nell’area della scuola Papa Giovanni XXIII in via Amundsen.
Sono sei gli emendamenti in discussione proposti da Lega Modena. Si chiede di destinare 300 mila euro alla viabilità e alle infrastrutture riducendo le risorse per le attività culturali e ulteriori 20 mila euro togliendo risorse per i dispositivi per il contrasto all’abbandono dei rifiuti. Lega Modena propone anche l’aumento di 30 mila euro del Fondo vittime di reati, la realizzazione di centrali per il monitoraggio dell’aria (90 mila euro), un intervento a 60 mila euro per spazi e attrezzature per attività fisica nelle Cra per anziani e progetti di attività motoria (30 mila euro). È stato ritirato l’emendamento che chiedeva di destinare 800 mila euro alle politiche per la sicurezza riducendo le risorse per la qualità dell’area, spese sanitarie e per soggetti a rischio di esclusione sociale
Alternativa popolare propone due emendamenti: un fondo da 50 mila euro per sostenere le famiglie che non vogliono abortire e una campagna nelle scuole contro lo sfruttamento della prostituzione (10 mila euro) riducendo le spese dei servizi istituzionali.
I due emendamenti del Movimento 5 stelle riguardano l’aumento delle dotazioni nelle Cra per anziani (25 mila) e la dotazione di fondi per i boschi urbani (140 mila euro) e il bike sharing (60 mila euro) tagliando l’investimento per un parcheggio in via Mascagni.
Fratelli d’Italia propone di aumentare di 25 mila euro i fondi per gli interventi per le famiglie, a sostegno della maternità, riducendo quelli per le pari opportunità.
Modena sociale ha ritirato l’emendamento con il quale chiedeva di aumentare di 500 mila euro il sostegno alle famiglie, in particolare quelle con figli, con contributi diretti a compensare le maggiori spese per bollette e per servizi, tagliando le risorse per l’accesso alla casa e la gestione del governo dei servizi.
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