In occasione del 163esimo anniversario della nascita del Corpo della Polizia locale di Modena, giovedì 25 maggio il piazzale del cortile del Comando sarà dedicato alla memoria di Gino Montipò (Casalgrande di Reggio Emilia 1879 - Modena 1961) eroe della Prima guerra mondiale che dal 1922 al 1947, con l'interruzione del periodo bellico durante il quale tornò in servizio in Marina, fu comandante della Polizia municipale di Modena.
“Animato dallo spirito di avventura, si arruolò nella Regia Marina a soli 17 anni come semplice mozzo per poi divenire un ufficiale della Regia Marina” ricorda il ricercatore Marco Montipò nel libro biografico “Il Filibustiere del Carnaro”. Divenuto telegrafista, Montipò partecipò alle prime sperimentazioni di radiotrasmissione con Guglielmo Marconi, girando il mondo con l'esploratore Luigi di Savoia. Durante la Prima Guerra Mondiale venne scelto per lo sviluppo dei Mas e fu proprio Montipò a suggerire di munire queste nuove unità da guerra di congegni lanciasiluri: modifica che rese i Mas i maggiori affondatori di tutto il conflitto. Tra le tante imprese a cui prese parte, dal giugno 1916 a Durazzo fino alle ultime nel novembre 1918 con l'affondamento della Viribus Unitis, si ricorda soprattutto la partecipazione all'impresa della Beffa di Buccari con Gabriele D'Annunzio: in quell'occasione Montipò venne soprannominato proprio da D'Annunzio il filibustiere del Carnaro.
Dopo la guerra, rinunciò alla carriera in Marina per restare con la famiglia a Modena e nella sua Emilia che amava profondamente. Qui, dopo aver vinto il concorso, ricoprì per 25 anni il ruolo di comandante del Corpo dei vigili urbani della città, “caso più unico che raro di funzionario che venne chiamato a gestire il difficile momento del primo dopoguerra nella Prima e Seconda Guerra Mondiale”.
Nel nuovo incarico si dimostrò abile e competente, dando lustro alla Polizia Municipale e portando avanti una modernizzazione e riorganizzazione dei servizi di pubblica sicurezza. Combatté anche nella Seconda Guerra Mondiale e anche in quel conflitto venne decorato con una Croce di guerra al valor militare. “Al momento della morte, la città di Modena volle tributargli l'affetto e la vicinanza - è ricordato nella sua biografia - e alla presenza delle massime autorità civili e militari modenesi, i suoi agenti di Polizia Municipale portarono a spalla la bara per dargli l'ultimo omaggio”.
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