Aprendo il dibattito, Enrica Manenti (M5s) ha specificato che la strada da seguire è il porta a porta ma “il timore è che in questo modo, con i disagi segnalati, il sistema sia destinato a fallire”. La consigliera ha quindi affermato che i problemi devono essere risolti “subito” affinché possano iniziare a vedersi i benefici attesi. Per Andre Giordani “le problematiche non vanno occultate né enfatizzate, ma risolte”. Secondo il capogruppo, infatti, estendere il servizio dello spazzino di quartiere può essere una buona soluzione. Tuttavia, “è il sistema stesso che deve essere rivisto: occorre capire perché siamo arrivati a questo punto e come risolvere i disservizi”.
Per Barbara Moretti (Modena al Centro) “non ci sono più scuse: il Comune ha il diritto e il dovere di chiedere conto a Hera”. Moretti ha puntualizzato che di fronte a un modello che non funziona l’Amministrazione “si nasconde”: “I cittadini che subiscono un disservizio non vengono tutelati ma addirittura sanzionati: è un atteggiamento politico pessimo”. La consigliera ha poi affermato che un problema di natura ambientale sta già diventando igienico-sanitario: “L’Amministrazione deve riprendere il controllo”.
Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha affermato che “se veramente tutto questo progetto ha la finalità di ridurre l’indifferenziata, i cittadini devono riceverne un vantaggio, almeno in termini sanitari”. Bertoldi ha infatti argomentato che “se si riduce l’attività dell’inceneritore e l’aria diventa più pulita l’utente è portato a differenziare in modo più corretto”. Il capogruppo ha poi sottolineato l’importanza di “sdoppiare” il servizio tra chi raccoglie i rifiuti e chi li processa: “Noi, come Comune, non abbiamo pieno controllo di quello che succede: cosa entra? Cosa esce? Come vengono trattati i rifiuti? Ci dobbiamo fidare solo dei dati di Hera. Sarebbe invece più utile avere due gestori per due servizi diversi”. Infine, Bertoldi ha condiviso la necessità di “ricucire” il rapporto di fiducia con i cittadini: attualmente si è creato un solco tra Comune-Hera e gli utenti”. Per Luigia Santoro “questo sistema sta riducendo la città in pattumiera: il sistema non funziona, non occorre indugiare ulteriormente”. La consigliera, segnalando una serie di disservizi, soprattutto in centro storico, ha affermato che occorre risolvere i disagi dove già la raccolta è operativa.
Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) “la città si trova di fronte a gravi ed evidenti inadempienze del gestore”. La consigliera ha quindi puntualizzato che “l’Amministrazione deve sedersi tra i cittadini e assumersi le responsabilità di chiedere conto a Hera”. Per Rossini, in questa fase, non deve essere il cittadino a essere sanzionato ma, appunto, il gestore “per inadempimento del contratto”. Rispetto alle due mozioni, la consigliera ha espresso contrarietà a quella del Pd, astensione sul documento di Lega Modena: “Sul contratto troviamo scritto cosa si intende per abbandono: non occorre perdere ulteriore tempo, bisogna intervenire sui problemi”.
Per i gruppi di maggioranza, Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha sottolineato che i cittadini stanno collaborando per ottenere una drastica riduzione dei rifiuti: “Occorre tuttavia non tollerare chi in maniera evidente inquina l’immagine di Modena”. Il consigliere ha puntualizzato che per risolvere i problemi emersi è necessario introdurre le misure indicate nella mozione dei gruppi di maggioranza: “Il Comune deve attivarsi affinché Atersir controlli Hera che ha l’obbligo di intervenire sui malfunzionamenti”.
Per il Pd, Diego Lenzini ha precisato che “questo modello di raccolta ha portato altre città ai vertici delle classifiche di qualità e percentuale di raccolta differenziata”. Secondo il consigliere “non è questo il tempo di dare colpe, ma di avere la responsabilità di capire quali sono i problemi e risolverli”. Lenzini ha poi chiarito che si tratta di un sistema flessibile “cucito” sull’utenza: “I cittadini devono essere accompagnati ed eventualmente multati solo in casi di scorrettezza conclamata”. Per il consigliere, il sistema sta entrando comunque a regime: “I dati provenienti dalle frazioni ci dicono che la qualità della differenziata sta migliorando”. Secondo Vittorio Reggiani, la richiesta di “togliere” la multa è un incoraggiamento a comportamenti sconsiderati “perché tanto qualsiasi cosa viene poi condonata: occorre invece invitare i cittadini a farsi parte di un cambiamento culturale”. Per Antonio Carpentieri “il malfunzionamento del cassonetto non deve prevedere automaticamente l’abbandono: non si può generalizzare in questo modo”. Carpentieri, sulla mozione di Lega Modena, ha poi chiarito che la legge specifica già cosa si intende per abbandono e che “se i verbali non riportano il nome dell’accertatore si possono contestare con esiti anche positivi”. Stefano Manicardi ha chiarito che nelle zone della città dove il sistema è attivo da più tempo “è stato certificato un netto miglioramento del servizio: il cittadino che prima si lamentava è diventato il primo promotore del cambiamento”.
Per Paola Aime (Europa Verde-Verdi) “il nuovo sistema ci fa uscire da una zona di comfort fatta di abitudini consolidate, che non permettevano però di tutelare l’ambiente”. La consigliera, sottolineando le problematiche del nuovo metodo di raccolta, ha puntualizzato che “alcuni gruppi hanno colto questa occasione per gettare benzina: il cittadino scontento si è trasformato da persona da ascoltare a vittima, con licenza di gettare rifiuti ovunque”. Aime ha quindi segnalato che “gli ultimi dati ci riferiscono di disagi in diminuzione e commenti sempre più positivi: i cittadini stanno imparando a conoscere il nuovo servizio”.
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