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31/05/2011

LICENZA UNICA E REGOLE COMUNI PER BAR E RISTORANTI

Ok del Consiglio all'adeguamento alla normativa regionale. Nuovi standard numerici di parcheggi per pubblici esercizi e attività di vendita di merci ingombranti

Bar e ristoranti d’ora in poi rientreranno in un’unica categoria, quella dei “pubblici esercizi”, e in entrambi i casi lo standard numerico di parcheggi da reperire per poter aprire un’attività sarà di 8 posti auto ogni 100 metri quadrati di locale per quelli di pertinenza e due ogni 100 metri quadrati per quelli pubblici. Le attività di vendita di merci ingombranti, che necessitano di grandi spazi per l’immagazzinamento e l’esposizione di prodotti, cui non corrisponde un proporzionale afflusso di clienti beneficeranno, invece, di un ridimensionamento dello standard per la dotazione di parcheggi: per strutture fino a 2 mila 500 metri quadrati il numero di parcheggi dovrà essere pari a un decimo.
Dopo l’adozione di qualche mese fa, trascorso il periodo previsto per l’eventuale presentazione di osservazioni e in seguito ai pareri favorevoli di Provincia, Arpa e Ausl, nella seduta di ieri, lunedì 30 maggio, il Consiglio comunale di Modena ha approvato la variante al Poc e al Rue che riguardano pubblici esercizi e merceologie ingombranti. Hanno votato a favore Pd e Mpa, contro Modenacinquestelle.it e Idv, e si è astenuto il Pdl. Con la variante si recepiscono le indicazioni della legislazione regionale sulle merceologie ingombranti e alcune modifiche della classificazione Istat.
“Per quanto riguarda bar e ristoranti monitoreremo la situazione di nuovi insediamenti al fine di verificare se lo standard numerico di parcheggi è sufficiente”, ha affermato l’assessore comunale alla Programmazione e gestione del territorio Daniele Sitta. “Per le attività di vendita di merci ingombranti il Comune aveva già previsto la possibilità di insediamento anche in zone produttive e la nuova normativa regionale sul territorio inciderà poco, perché da anni ci siamo dati l’autolimitazione che prevede l’impossibilità di superare i 1500 metri quadrati di superficie in zona commerciale”. Diverso, invece, il discorso per le zone produttive, nelle quali “il limite di 2 mila 500 metri quadrati”.
Ad aprire il dibattito è stata Eugenia Rossi, Idv, secondo la quale “le osservazioni presentate da Arpa dovrebbero essere rispettate: l’attuazione di una procedura di screening, l’eventuale assoggettamento a Valutazione di impatto ambientale e l’assoggettamento a Valutazione ambientale strategica”. Per la consigliera si dovrebbe evitare “di considerare come utili nel conteggio dei parcheggi quelli vicini a edifici residenziali, altrimenti si va a ricreare la stessa situazione del centro storico, con problemi di rumore e traffico”.
Sergio Celloni, Mpa, si è detto preoccupato di “tutta questa burocrazia che ingessa la crescita delle aziende e rende difficoltosa l’attività in un periodo come quello attuale in cui bisognerebbe semplificare”. Per il consigliere, inoltre, “è importante la distinzione tra bar e ristoranti per non creare confusione. Infine non bisogna per forza collegare l’attività ai parcheggi”.
Maurizio Dori, Pd, con riferimento all’intervento di Eugenia Rossi, ha affermato che “spesso si pone un problema politico prima di guardare attentamente se quello che si dice è reale o meno. L’osservazione di Arpa per la valutazione di impatto ambientale, cui ha fatto riferimento la consigliera, non riguarda la trattazione della delibera odierna, ma centri commerciali e parcheggi con più di cinque posti auto per struttura”, ha precisato.
In dichiarazione di voto, Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, si è detto non convinto dalle parole dell’assessore “non perché quanto detto è contrario a quello che penso, ma perché di Sitta non mi fido più politicamente. Non penso che lei sia in cattiva fede – ha aggiunto rivolgendosi all’assessore – ma non mi fido perché dietro di lei c’è tutto un mondo di cui lei è il terminale”.
Nella replica, l’assessore Sitta ha chiarito che la variante è un aggiornamento obbligatorio del Poc e del Rue sulla base della legislazione regionale e che non si possono modificare le leggi sovraordinate. “Sui pubblici esercizi – ha precisato – da sempre abbiamo autorizzato l’insediamento in aree produttive e in particolare vi abbiamo previsto l’inserimento delle attività che recano disturbo in zona residenziale, come musiche e balli. In queste aree, spesso c’è già una dotazione di parcheggi e chi si insedia deve pagare per un terzo i parcheggi presenti”. L’assessore Sitta ha infine precisato che le osservazioni di Arpa non riguardano la delibera presa in esame.
 

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